Gesù è risorto!


Gesù è risorto, è vivo, è presente qui e ora e opera anche questa sera quello che i Vangeli ricordano che faceva allora, prima di morire in Croce:
liberazione, guarigione, consolazione

Se Cristo non fosse risorto, non sarebbe sempre vivo, non sarebbe presente qui e ora, non potrebbe operare anche questa sera quello che i Vangeli memorizzano che operava allora cioè liberazione dal male che opera il Maligno, la guarigione o consolazione in tutte le tribolazioni, le malattie, le negatività. La risurrezione è il fondamento della nostra fede di poter rivolgere in questo momento mente a cuore a Lui presente in
persona cioè pregare. Se Gesù sia soltanto esistito allora, una grande ed esemplare figura del passato cui rifarmi come buon esempio o invece, sempre vivo, sia anche presente qui e ora per le piccole speranze di liberazione, di guarigione, di consolazione e per la grande speranza di vita veramente vita per cui siamo convenuti in preghiera, dipende dalla risurrezione. La risurrezione è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Non è stato  un semplice ritorno alla vita precedente, un miracolo di un cadavere rianimato come il giovane di Nain ( Lc 7,11-17), della figlia di Giairo (Mc 5,22-24.35-43) o di Lazzaro. Di fatto, dopo un tempo più o meno breve, questi ritornarono nella loro vita di prima per poi più tardi, a un certo punto, morire definitivamente come tutti. Le testimonianze neotestamentarie non lasciano alcun dubbio che nella risurrezione sia avvenuto nella storia qualcosa di totalmente diverso, totalmente nuovo non teorizzabile, non prevedibile, ma non smentibile come fatto nuovo che solo Dio può operare rivelando il progetto finale non solo sul Gesù di Nazareth ma con Lui su anche noi, su tutta la famiglia umana sulla storia e sull’intero universo: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione, della testimonianza cristiana, la ragione d’essere della Chiesa, dall’inizio e fino alla fine dei tempi. Si tratta di un grande mistero, certamente il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del Verbo incarnato il suo compimento e insieme l’anticipazione e il pegno della nostra speranza. Ma la cifra di questo mistero è l’amore e soltanto nella logica dell’amore esso può essere accostato e in qualche modo compreso anche in questo momento di preghiera: Gesù Cristo risorge dai morti, è oggi vivo,qui presente perché tutto il suo essere è perfetta ed intima comunione con Dio, che è l’Amore davvero più forte della passione, della morte, della sepoltura non solo di Gesù ma anche nostra. Egli era una cosa sola con la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma non poteva soccombere definitivamente alla passione,alla morte,alla sepoltura: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anticipato e accettato per amore la propria passione, la propria morte in croce, la propria sepoltura, trasformandola così nel dono di sé, quel dono che attualizza  in tutti i Sacramenti e Sacramentali, l’Eucaristia in particolare, e che ci libera, ci guarisce, ci dà vita, ci consola in tutte le tribolazioni perfino nelle malattie più gravi, nella stessa morte dandoci perfino la beatitudine di affrontarla in Lui. La sua risurrezione è stata ed è come un’esplosione di luce, di Dio che è l’Amore e che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà per cui è possibile scoppiare di gioia anche nelle tribolazioni. Il Papa in Messico ha detto ai bambini: Dio vi vuole felici sempre.
 Gesù non è tornato in una normale vita umana di questo mondo, come era successo a Lazzaro e agli altri morti fatti tornare in vita da Gesù. E’ la più grande “mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova e che il cuore di ogni uomo desidera, l’ingresso in una vita nuova cui è giunto Gesù lasciandosi uccidere per amore senza soccombere con il dono del Padre della risurrezione, ma con Lui interessa anche noi che abbiamo ricevuto questa vita nuova fin dal Battesimo, in pienezza dalla Cresima, che alimentiamo con l’Eucaristia almeno della Domenica, la recuperiamo con il Sacramento della riconciliazione, la aspettiamo con l’estrema unzione, la viviamo socialmente con il ministero dell’Ordine e del Matrimonio, la estendiamo oltre i sette sacramenti datici da Gesù con i sacramentali istituiti dalla Chiesa, come la preghiera liturgica di liberazione, guarigione, consolazione lasciandoci ungere con l’olio benedetto anche questa sera. Questo interessa tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo che va verso cieli nuovi e terra nuova.
Il nostro divenire sempre più credenti attraversando tentazioni,risollevandoci da cadute, negatività, malattie, sofferenze, fallimenti, peccati, si sviluppa in modo analogo a quanto è avvenuto nei confronti della croce . Nessuno aveva pensato ad un Messia, cioè ad una realizzazione del progetto umano, da crocifisso. Ora il “fatto” del Risorto, era lì, e in base a tale fatto occorreva leggere la Scrittura per cui il servo sofferente e quello glorificato di Isaia è lo stesso, la ricerca umana della verità, del bene, di Dio,del futuro, in modo nuovo. La nuova lettura della Scrittura, della ricerca della verità da parte della ragione, poteva cominciare dopo la Risurrezione e alla luce della Risurrezione, perché soltanto in virtù di essa Gesù era stato accreditato come inviato da Dio. Ora si dovevano individuare ambedue gli eventi – croce e risurrezione – nella Scrittura, comprenderli in modo nuovo come insegna il Risorto ai due discepoli diEmmaus e così giungere al sapere, pensare, vedere cioè credere in Gesù come Figlio di Dio che ci fa vivere con Lui e come Lui da figli nel Figlio attraverso anche tutte le croci  della vita, un tutt’uno con la gioia di essere amati e di amare. Per i discepoli, per le pie donne la risurrezione era reale come la croce. Si sono sentiti semplicemente sopraffatti dalla realtà; dopo tutta la titubanza e la meraviglia iniziali non potevano più opporsi alla realtà: è veramente Lui; Egli vive, parla, concede di toccarlo, anche se non appartiene più al mondo di ciò che normalmente è toccabile perché passa attraverso porte chiuse.
Il paradosso era indescrivibile: che Egli fosse del tutto diverso, non un cadavere rianimato, ma uno che in virtù di Dio viveva, come giungeremo tutti noi a vivere, in modo nuovo e per sempre, in anima e corpo; e che al tempo stesso, in quanto tale, pur non appartenendo più  al nostro mondo, fosse presente in modo reale e tale rimanesse sacramentalmente “sarò sempre con voi fino al compimento della storia”, proprio Lui, nella sua piena identità continuando a far vivere, attualizzare in ogni luogo e in ogni tempo quello che aveva compiuto prima di morire per assimilarci a Lui nell’amore e che oggi continua a compiere quando facciamo memoria dei suoi detti e fatti contenuti nel Vangelo come anche la liberazione, la guarigione, la consolazione attraverso Lui che agisce oggi, questa sera, nei Sacramenti e nei Sacramentali, come la preghiera liturgica che facciamo. Si trattava e si tratta questa sera di un’esperienza unica, che va al di là degli usuali orizzonti dell’esperienza e, tuttavia, resta per i discepoli, per noi credenti, del tutto incontestabile. Supera ogni esperienza e tuttavia si fa presente in modo incontestabile. Sapere, pensare e quindi innalzare mente e cuore a Lui cioè pregare è giungere intimamente a vederlo davanti a noi in quella bianca particola, tra di noi convenuti in preghiera, unito ad ogni nostro volto: questo è come un’esplosione di luce, un’esplosione di speranza in tutte le difficoltà che incontriamo nel quotidiano, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato, delle tentazioni, del male del Maligno e della morte. Presente attraverso la preghiera della Scrittura, dei Sacramenti,dei Sacramentali,della Carità è una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro difficile mondo, lo trasforma e lo attira a sé.

234) 1. Nei cieli un grido risuonò: alleluia! Cristo Signore trionfò! Alleluia! R) Alleluia, alleluia, alleluia!
2. Morte di croce egli patì, Alleluia! Ora al suo cielo risalì, Alleluia! R) Alleluia…
3. Cristo ora è vivo in mezzo a noi, Alleluia! Noi risorgiamo insieme a lui, alleluia! R) Alleluia…
4. Tutta la terra acclamerà: alleluia! E tutto il cielo griderà: alleluia! R) Alleluia…
5. Gloria alla santa Trinità, alleluia! Ora e per l’eternità, alleluia! R) Alleluia…

-           Gesù non è uno che sia ritornato nella normale vita biologica, bisognoso continuamente di nutrirsi, di ripararsi dal freddo e dal caldo, rischiare di ammalarsi, di morire, di essere tentato e colpito da Satana, dall’ingratitudine, dall’abbandono, dal tradimento anche di amici, e noi da risorti saremo così.
-           Gesù non è un fantasma (uno “spirito”). Non è uno che, in realtà, appartiene al mondo dei morti, anche se può in qualche modo manifestarsi nel mondo della vita. Il nostro al di là non è solo per l’anima ma anche per il corpo.
-           Gli incontri con il Risorto che appare sono, però, anche una cosa diversa da esperienze mistiche, in cui lo spirito umano viene per un momento sollevato al di sopra di se stesso e percepisce il mondo del divino e dell’eterno, per poi ritornare nell’orizzonte normale della sua esistenza cioè un’esperienza mistica. San Paolo ha distinto molto le sue esperienze mistiche – come ad esempio la sua elevazione fino al terzo cielo descritta in 2 Corinzi 12,1-4 – dall’incontro con il Risorto sulla via di Damasco, che era un avvenimento nella storia, un incontro con una persona vivente, come sta avvenendo in questo momento per noi, pur senza apparire e beati quelli che giungono a coglierlo sacramentalmente anche senza l’apparizione.
-           Con la risurrezione di Gesù non è stato rivitalizzato un qualsiasi singolo morto in qualche momento, ma nella risurrezione è avvenuto un salto che tocca l’essere di Gesù come tale, è stata inaugurata una nuova creazione, una dimensione che, però, ci interessa tutti e che ha creato per tutti noi un nuovo ambito, un nuovo modo di vita, dell’essere con Dio in tutte le circostanze della vita, facili o difficili, senza mai disperarci. L’annuncio apostolico col suo entusiasmo e con la sua audacia è impensabile senza un contatto reale dei testimoni con il fenomeno totalmente nuovo ed inaspettato che li toccava dall’esterno e consisteva nel manifestarsi e nel parlare del Cristo risorto. Solo un avvenimento reale poteva darci, tra tutti, un san Paolo, che scoppia di gioia in tutte le tribolazioni. Nella sua audacia e novità, esso prende vita dalla forza impetuosa di un avvenimento che nessuno aveva ideato e che andava al di là di ogni immaginazione.
Ma per tutti noi rimane sempre una domanda che Giuda Taddeo rivolse a Gesù nel Cenacolo: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” (Gv 14,22). Sì, perché non ti sei opposto con potenza ai tuoi nemici che ti hanno portato sulla croce? Così vorremmo domandare. Perché non hai con vigore inconfutabile dimostrato loro che sei il Vivente, il Signore della vita e della morte? Perché ti sei mostrato solo a un piccolo gruppo di discepoli della cui testimonianza noi dobbiamo ora fidarci?
La domanda riguarda, però, non soltanto la risurrezione, ma l’intero modo in cui Dio si rivela al mondo. Perché solo ad Abramo – perché non ai potenti del mondo? Perché solo ad Israele, a un piccolo popolo e con tanti limiti, e non in modo indiscutibile a tutti i popoli della terra?
E’ proprio il mistero di Dio che è l’Amore e non può costringere perché un rapporto costretto non è più un rapporto d’amore e quindi agisce sempre in modo sommesso.Solo pian piano Egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come Risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta. Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte di ogni uomo, dei nostri cuori e, se liberamente, per amore gli apriamo, lentamente ci rende capaci di “vedere” la sua presenza e quindi di credere, di sperare, di amare, di godere sempre: non guarda quante volte cadiamo, ma quante volte, con il suo perdono ci risolleviamo. E lo stile con cui libera e guarisce nelle preghiere di liberazione non è mai spettacolare: quando nella preghiera si fa spettacolo non è mai Dio che agisce.
Non è forse questo lo stile divino? Non sopraffare, anche psicologicamente, con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore. E ciò che apparentemente è così piccolo, come nella casetta di Nazareth ad una fanciulla di quindici anni sconosciuta, non è forse – pensandoci bene – la cosa veramente grande? Non emana forse da Gesù un raggio di luce che cresce lungo i secoli, un raggio che non poteva provenire da nessun semplice essere umano, un raggio mediante il quale entra veramente nel mondo lo splendore di luce di Dio? Avrebbe potuto, l’annuncio degli Apostoli, trovar fede ed edificare una comunità universale, se non avesse operato la forza della verità e dell’amore?
Se ascoltiamo i testimoni col cuore attento e ci apriamo ai piccoli segni di liberazione, di guarigione, di consolazione con cui il Signore accredita sempre di nuovo loro e se stesso, allora sappiamo e vediamo: Egli è veramente risorto. Egli è vivo, è presente anche qui e ora, questa sera e ci parla e nel sacramentale dell’unzione dell’Olio benedetto ci tocca: mi commuove sempre pensarlo e vederlo incontrando ciascuno di voi. A lui ci affidiamo con le nostre richieste e sappiamo di essere sulla strada giusta. Con Tommaso e più beati di Lui perché senza l’apparizione mettiamo le nostre mani nel costato trafitto di Gesù da cui escono i sacramenti e i sacramentali e professiamo: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28).

(67) 1. O Gesù ti adoro, Ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima.
Solo in te il mio cuore si abbandonerà, perché tutto è vano se contemplo te.
2. L’occhio, il tatto, il gusto non arriva a te, ma la tua parola resta salda in me:
Figlio sei di Dio, nostra verità; nulla di più vero, se ci parli tu
3.Hai nascosto in Croce la divinità, sull’altare veli pur l’umanità:
Uomo –Dio la fede ti rivela a me, come al buon ladrone dammi un giorno il ciel.
4. Anche se le piaghe non mi fai toccar, grido con Tommaso: “Sei il mio Signor”; cresca in me la Fede, voglio in te sperar, pace trovi il cuore solo nel tuo amor.
5.Sei ricordo eterno che morì il Signor, pane vivo, vita tu diventi in me.
Fa che la mia mente luce attinga in te e della tua manna porti il gusto in sé.
6. Come il pellicano nutri noi di te; “dal peccato – grido – lavami, Signor”.
Il tuo sangue è fuoco, brucia il nostro error, una sola stilla tutti può salvar.
7. Ora guardo l’Ostia, che ti cela a me, ardo dalla sete di vedere te:
quando questa carne si dissolverà, il tuo viso, Luce, si disvelerà. Amen.

Con queste consapevolezze possiamo pregare con il cuore tutti insieme pietà di me, liberami, o Signore e segnarci in fronte ripetendo la preghiera successiva:

Gesù, Figlio del Dio vivente                                                   abbi pietà di me
Gesù, immagine del Padre,                                                                   
Gesù, sapienza eterna,                                                                           
Gesù, splendore di luce eterna,
Gesù, parola di vita,
Gesù, Figlio della Vergine Maria,
Gesù, Dio e uomo,
Gesù, sommo ed eterno sacerdote,
Gesù, annunciatore del regno di Dio,
Gesù, via, verità e vita,
Gesù, pane di vita,
Gesù, vite vera,
Gesù, fratello dei poveri, Gesù, amico dei peccatori,
Gesù, medico delle anime e dei corpi,
Gesù, salvezza degli oppressi,
Gesù, conforto dei miseri,
Tu che sei venuto nel mondo,
Tu che hai liberato gli oppressi dal demonio,
Tu che pendesti dalla croce,
Tu che hai accettato la morte per noi,
Tu che hai giacere nel sepolcro,
Tu che sei disceso agli inferi,
Tu che sei risuscitato dai morti,
Tu che sei asceso al cielo,
Tu che hai inviato lo Spirito Santo sugli apostoli,
Tu che siedi alla destra del Padre,
Tu che verrai a giudicare vivi e morti,
Per il mistero della tua incarnazione                                           liberami, o Signore                    
Per la tua santa nascita,
Per il tuo santo battesimo e digiuno,
Per la tua passione e la tua croce,
Per la tua morte e sepoltura,
Per la tua santa risurrezione,
Per la tua gloriosa ascensione,
Per l’effusione dello Spirito Santo,
Per il tuo avvento nella gloria,
Salvami, o Cristo redentore, per la potenza delxla tua Croce +:
tu che hai salvato Pietro in mare, abbi pietà di me.
Per il santo segno della croce + liberaci, o Cristo, dai nostri nemici.
Per la tua santa croce + salvaci, o Cristo redentore, tu che nella tua morte haiannientato la nostra morte e risorgendo hai rinnovato la vita.
Adoriamo la tua croce +, o Signore, veneriamo la tua gloriosa passione: tu che per noi hai sofferto, abbi pietà di noi.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce + redento il mondo.

(358) Giorno della santa Pasqua, sole dell’universo
Cristo ha vinto la morte, ha distrutto il peccato, ora vive e regna vittorioso.
Questo lieto messaggio si diffonda nel mondo e rinasca in tutti la speranza
Dal cuore dei credenti prorompa la gioia
La tomba vuota e la pietra annunciano certa la vittoria.
Il sudario e le vesti confermano l’evento
Ai suoi discepoli appare e mostra il costato da toccare.
Sei risorto, lo crediamo, e vivi col Padre, o Cristo, nostro re, nostra Pasqua.

Venire processionalmente a cominciare da quelli in fondo alla Chiesa per l’unzione con l’olio benedetto è il sacramentale cioè essere toccati da Risorto mentre pensiamo alla grazia o alle grazie per cui siamo convenuti alla preghiera. Attendendo seduti possiamo tornare su qualche punto che lo Spirito Santo ci ha fatto particolarmente gustare in rapporto al nostro vissuto personale e quindi cantare come ci viene proposto.

Per la benedizione eucaristica

(270 a) Adoriamo il Sacramento, che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compì. Al mistero è fondamento la parola di Gesù.
Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio Redentor, lode grande, sommo onore all’eterna Carità. Gloria immensa, eterno amore alla Santa Trinità. Amen.

Hai dato loro un pane disceso dal cielo
Che porta in sé ogni dolcezza

Preghiamo. Signore Gesù Cristo, che nel mirabile Sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua pasqua, fa che adoriamo con viva fede il snato mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen

Dio sia benedetto,
Benedetto il suo santo Nome. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo sacrati sismo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e Madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Ed ora il sacramentale dell’acqua esorcizzata

Preghiamo. O Dio, per salvare tutti gli uomini hai racchiuso nell’acqua i segni più grandi della tua grazia. Ascolta la nostra preghiera e infondi in quest’acqua la tua + benedizione perché assunta a servizio dei tuoi misteri, sia portatrice dell’efficacia della tua grazia per mettere in fuga i demoni e debellare le malattie. Tutto ciò che con essa verrà asperso sia liberato da ogni influsso del Maligno; nelle dimore dei tuoi fedeli non abiti più lo spirito del Male e sia allontanata ogni insidia: Grazie all’invocazione del tuo santo nome, possano i tuoi fedeli uscire illesi da ogni assalto del nemico. Per Cristo nostro Signore.

Amen

Il prossimo incontro martedì 8 maggio, memoria della Madonna di Pompei: la supplica.

(285) Regina caeli laetare, alleluia. Quia quem meruisti portare, alleluia.Resurrexitsicut dixit, alleluia: ora pro nobis Deum, alleluia!
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia: Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia: è risorto. Come aveva promesso, alleluia: Prega il Signore per noi, alleluia!

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