Santa Teresa

Santa Teresa di Gesù è vera maestra di vita cristiana per i fedeli di ogni tempo

“Oggi vorrei iniziare una breve serie di incontri per completare la presentazione dei Dottori della Chiesa. E comincio con una Santa che rappresenta uno dei vertici della spiritualità cristiana di tutti i tempi: santa Teresa d’Avila (di Gesù)…Beatificata da Papa Paolo V nel 1614 e canonizzata nel 1622 da Gregorio XV è proclamata “Dottore della Chiesa” dal Servo di Dio Paolo VI nel 1970…
Non è facile riassumere in poche parole la profonda e articolata spiritualità teresiana. Vorrei menzionare alcuni punti essenziali. In primo luogo, santa Teresa propone le virtù evangeliche come base di tutta la vita cristiana e umana: in particolare, il distacco dai beni o povertà evangelica, e questo concerne tutti noi; l’amore gli uni per gli altri come elemento essenziale della vita comunitaria e sociale; l’umiltà come amore alla verità; la determinazione come frutto dell’audacia cristiana; la speranza teologale, che descrive come sete di acqua viva. Senza dimenticare le virtù umane: affabilità, modestia, cortesia, allegria, cultura. In secondo luogo, santa Teresa propone una profonda sintonia con i grandi personaggi biblici e l’ascolto  vivo della Parola di Dio. Ella si sente in consonanza soprattutto con la sposa del Cantico dei cantici  e con l’apostolo Paolo, oltre che con il Cristo della Passione e con il Gesù Eucaristico.
La Santa sottolinea poi quanto è essenziale la preghiera; pregare, dice, “significa frequentare con amicizia, poiché frequentiamo a tu per tu Colui che sappiamo che ci ama” (Vita 8,5). L’idea di santa Teresa coincide con la definizione che san Tommaso dà della carità teologica, come un tipo di amicizia dell’uomo con Dio, che per primo ha offerto la sua amicizia all’uomo; l’iniziativa viene da Dio (Summa Theolgiae II – II, 23,1). La preghiera è vita e si sviluppa gradualmente di pari passo con la crescita della vita cristiana: comincia con la preghiera vocale, passa per l’interiorizzazione attraverso la meditazione e il raccoglimento, fino a giungere all’unione d’amore con Cristo e con la Santissima Trinità. Ovviamente non si tratta di uno sviluppo in cui salire ai gradini più alti vuol dire lasciare il precedente tipo di preghiera, ma è piuttosto un approfondirsi graduale del rapporto con Dio che avvolge tutta la vita. Più che una pedagogia della preghiera, quella di Teresa è una vera “mistagogia”: al lettore delle sue opere insegna a pregare pregando ella stessa con lui; frequentemente, infatti, interrompe il racconto o l’esposizione per prorompere in una preghiera.
Un altro tema caro alla Santa è la centralità dell’umanità di Cristo. Per Teresa, infatti, la vita cristiana è relazione personale con Gesù, che culmina nell’unione con Lui per grazia, per amore e per imitazione. Da ciò l’importanza che ella attribuisce alla meditazione della Passione e all’Eucaristia, come presenza di Cristo, nella Chiesa, per la vita di ogni credente e come cuore della liturgia. Santa Teresa vive un amore incondizionato alla Chiesa: ella manifesta un vivo sensus Ecclesiae di fronte agli episodi di divisione e conflitto nella Chiesa del suo tempo. Riforma l’Ordine carmelitano con l’intenzione di meglio servire e meglio difendere la “Santa Chiesa Cattolica Romana”, ed è disposta a dare la vita per essa (Vita 33,5).
Un ultimo aspetto essenziale della dottrina teresiana, che vorrei sottolineare, è la perfezione., come aspirazione di tutta la vita cristiana e meta finale della stessa. La Santa ha un’idea molto chiara della “pienezza” di Cristo, rivissuta dal cristiano. Alla fine del percorso del Castello interiore, nell’ultima “stanza” Teresa descrive tale pienezza, realizzata nell’abitazione della Trinità, nell’unione a Cristo attraverso il mistero della sua umanità.
Cari fratelli e sorelle, santa Teresa di Gesù è vera maestra di vita cristiana per i fedeli di ogni tempo. Nella nostra società, spesso carente di valori spirituali, santa Teresa ci insegna ad essere testimoni instancabili di Dio, della sua presenza e della sua azione, ci insegna a sentire realmente questa sete di Dio, della sua presenza e della sua azione, ci insegna a sentire realmente questa sete di Dio che esiste nella profondità del nostro cuore, questo desiderio di vedere Dio, di cercare Dio, di essere in colloquio con Lui e di essere suoi amici. Questa è l’amicizia che è necessaria per noi tutti e che dobbiamo cercare, giorno per giorno, di nuovo. L’esempio di questa Santa, profondamente contemplativa ed efficacemente operosa, spinga anche noi a dedicare ogni giorno il giusto tempo alla preghiera, a questa apertura verso Dio, a questo cammino per cercare Dio, per vederlo, per trovare la sua amicizia e così la vera vita; perché realmente molti di noi dovrebbero dire: “non vivo, non vivo realmente, perché non vivo l’essenza della mia vita”. Per questo il tempo della preghiera non è tempo perso, è tempo nel quale si apre la strada della vita, si apre la strada per imparare da Dio un amore ardente a Lui, alla sua Chiesa, e una carità concreta per i nostri fratelli” (Benedetto XVI, Udienza Generale,2 febbraio 2011).

Come mai dalla nostra preghiera, dalle nostre labbra che pronunciano parole senza numero non si apre la strada della vita veramente vita che dura eternamente, non impariamo da Dio un amore ardente a Lui, alla sua Chiesa e una carità concreta per i nostri fratelli? Santa Teresa ci ricorda che il nostro spirito non prova nulla, vagando nelle tenebre, immaginando anche Dio stesso secondo il nostro modo di pensare, non quale veramente è come amico cioè come l’umanità di Gesù, il Dio che possiede un volto umano che ci ha amati sino alla fine ogni singolo e l’umanità nel suo insieme rivela. La preghiera vera nasce  e necessita del senso religioso cioè dalla risposta agli interrogativi originari del nostro cuore “da dove vengo nascendo?”, “dove vado morendo?”, “chi mi libera dal male, dal peccato, dalla morte e mi rende felice anche nelle tribolazioni?”, “c’è un al di là anche del mio corpo?”, “chi mi sostiene nella sofferenza?”, “chi mi dona la gioia?”, “chi mi perdona sempre per cui non sono mai definito dal male che faccio perché posso rendermene conto, pentirmi ed essere ricreato e questo per tutti per cui non escludo nessuno?”. Senza la coscienza di questi interrogativi originari in ogni io umano al Tu divino cioè senza il senso religioso che mi fa vivere il vissuto come mistero, come apertura della ragione al Donatore divino constatando il mio e altrui essere dono come di tutto il mondo che mi circonda non giungo a vedere  Dio Padre nell’incontro con Gesù nella sua Chiesa, la sua volontà di salvare, amare tutti come famiglia di Dio. Per Teresa tutto dipende dalla relazione personale con Gesù Crocifisso, vivo e presente nell’Eucaristia,che culmina nell’unione con Lui per grazia, per amore e per imitazione.

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