Compagni di viaggio

Nel cammino della nostra vita cristiana è importante avere anche dei “compagni di viaggio” nella ricerca della Verità

“Nella vita di ciascuno di noi ci sono persone molto care, che sentiamo particolarmente vicine, alcune sono già nelle braccia di Dio, altre condividono ancora con noi il cammino della vita: sono i nostri genitori, i parenti, gli educatori; sono persone a cui abbiamo fatto del bene o da cui abbiamo
ricevuto del bene; sono persone su cui sappiamo di poter contare. È importante, però, avere anche dei “compagni di viaggio” nel cammino della nostra vita cristiana: penso al Direttore spirituale, al Confessore, a persone con cui si può condividere la propria esperienza di fede, ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi. Ognuno dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo. Vorrei invitarvi, quindi, a conoscere maggiormente i Santi, a iniziare da quello di cui portate il nome, leggendone la vita, gli scritti. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana.
Come sapete, anch’io sono legato in modo speciale ad alcune figure di Santi: tra queste, oltre a San Giuseppe e a San Benedetto dei quali porto il nome, ed altri, c’è Sant’Agostino, che ho avuto il grande dono di conoscere, per così dire, da vicino, attraverso lo studio e la preghiera e che è diventato un buon “compagno di viaggio” nella mia vita e nel mio ministero. Vorrei sottolineare ancora una volta un aspetto importante della sua esperienza umana e cristiana, attuale anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente la “verità” che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti.
Sant’Agostino è un uomo che non è mai vissuto con superficialità; la sete, la ricerca inquieta e costante della Verità è una delle caratteristiche di fondo della sua esistenza; non, però,delle pseudo-verità’ incapaci di dare pace duratura al cuore, ma di quella verità che dà senso all’esistenza ed è ‘la dimora’ in cui il cuore trova serenità e gioia. Il suo, lo sappiamo, non è stato un cammino facile: ha pensato di incontrare la Verità nel prestigio, nella carriera, nel possesso delle cose, nelle voci che gli promettevano felicità immediata, ha commesso errori, ha attraversato tristezze, ha affrontato insuccessi, ma non si è mai fermato, non si è mai accontentato di ciò che gli dava solamente un barlume di luce; ha saputo guardare nell’intimo di se stesso e si è accorto, come scrive nelle Confessioni, che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a se di se stesso, gli era sempre accanto, non lo aveva mai abbandonato, era in attesa di poter entrare in modo definitivo nella sua vita. Come dicevo a commento del recente film sulla sua vita, Sant’Agostino ha capito, nella sua inquieta ricerca, che non è lui ad aver trovato la Verità, ma la Verità stessa, che è Dio lo ha rincorso e lo ha trovato.
Romano Guardini commentando un brano del Capitolo terzo delle Confessioni afferma: Sant’Agostino comprese che Dio è “gloria che getta in ginocchio, bevanda che estingue la sete, tesoro che rende felici (… egli ebbe) la pacificante certezza di chi finalmente ha capito, ma anche la beatitudine dell’amore che sa: questo è tutto e mi basta” (Pensatori religiosi  Brescia 2001 p. 177).
Sempre nelle Confessioni, al Libro IX, il nostro Santo riporta un colloquio con la madre, Santa Monica la cui memoria si celebra il prossimo venerdì, dopodomani. È una scena molto bella: lui e la madre stanno a Ostia, in un albergo, ed alla finestra vedono il cielo e il mare, e trascendono cielo e mare e per un momento toccano il cuore di Dio nel silenzio delle creature e qui appare un’idea fondamentale nel cammino verso la Verità: le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della nostra vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino.
Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive, “come se Dio non esistesse”, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di cercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per fare vedere e calore per far sentire al cuore che ci ama e desidera essere amato” (Benedetto XVI, Udienza Generale 25/08/2010).

Nello sviluppo delle scienze naturali e delle scienze storiche e umanistiche si è aperta a noi non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell’uomo non può mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente la “verità” che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti. Il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo di questo – è oggi che l’uomo proprio in considerazione della grandezza del sapere e potere si arrenda davanti alla questione della verità e ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo. Benedetto XVI invita tutti, anche chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive “come se Dio non esistesse” a mantenere desta la sensibilità per la verità; a invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro, occorre superare la tentazione di vivere con superficialità e senza pensare; a non avere paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita come è avvenuto per Sant’Agostino.

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