Politica

La speranza di una nuova generazione di italiani e di cattolici per l’agire politico nella carità nella verità a livello sociale

Martedì 26 gennaio i Vescovi italiani hanno analizzato il “sogno” di una nuova generazione di politici cattolici, in riferimento a quanto ha affermato nella sua prolusione di lunedì 25 gennaio il loro Presidente, il Cardinale Angelo Bagnasco, che ha presentato alcun caratteristiche che dovrebbero avere sia coloro che sono già attualmente impegnati e sia in vista di una nuova generazione soprattutto di giovani. Associazioni e Movimenti hanno accolto questo input che offriamo:

“Mi avvio alla conclusione ( della prolusione al Consiglio Permanente), confidando un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti, e che dicono una direzione verso cui preme andare. Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro di essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico.

So che per riuscire in una simile impresa ci vuole la Grazia abbondante di Dio, ma anche chi accetti di lasciarsi da essa investire e lavorare. Ci vuole una comunità cristiana in cui i fedeli laici imparino a vivere con intensità il mistero di Dio nella vita, esercitandosi ai beni fondamentali della libertà, della verità, della coscienza. Cresce l’urgenza di uomini e donne capaci, con l’aiuto dello Spirito, di incarnare questi ideali e di tradurli nella storia non cercando la via meno costosa della convenienza di parte comunque argomentata, ma la via più vera che dispiega meglio il progetto di Dio, sull’umanità, e perciò capaci di suscitare nel tempo l’ammirazione degli altri, anche di chi è mosso da logiche diverse. Se questo è un sogno, cari Confratelli, so che ad esso ci si può avvicinare anzitutto attraverso le circostanze ordinarie dell’esistenza, le tappe apparentemente anche più consuete, ma che racchiudono in se stesse la cadenza del progetto che avanza. Ecco, vorremmo che i valori che costituiscono il fondamento della civiltà – la vita umana comunque si presenti e ovunque palpiti, la famiglia formata da un uomo e da una donna e fondata sul matrimonio, la responsabilità educativa, la solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli, il lavoro come possibilità di realizzazione personale, la comunità come destino buono che accomuna gli uomini e li avvicina alla meta… - formassero anche il presupposto razionale di ogni ulteriore impresa, e perciò fossero da costoro ritenuti irrinunciabili sia nella fase della programmazione sia in quella della verifica. Non a caso la vicenda sociale è oggi, a giudizio della Chiesa, radicalmente antropologica (Caritas in veritate, n. 15)”.

La politica è propriamente “prendersi cura, da una parte, e avvalersi dall’altra, di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere sociale che in tal modo prende forma di polis, di città” (Caritasin veritate, n. 7). Quindi il dovere politico è per tutti: secondo le sue possibilità d’incidenza nella polis. E’ questa la via istituzionalepossiamo dire anche politica - della carità, non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carità che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della polis” (ibidem).

L’orizzonte di questa attività politica doverosa per ogni cristiano pur in modalità diverse – e che, ovviamente, non si riduce all’azione dei partiti – è insieme altissimo ed entusiasmante,necessario, maturante pur rischioso: si tratta infatti di una vera “testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l’eterno. L’azione di ogni uomo sulla terra, quando è ispirata e sostenuta dalla carità, contribuisce all’edificazione di quella universale città di Dio…così da dare forma di unità e di pace alla città dell’uomo, e renderla in qualche misura anticipazione e prefiguratrice della città senza barriere di Dio” (ibidem).

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