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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

Il servizio della cultura nel continente digitale

La Chiesa esercita una “diaconia della cultura” nell’odierno “continente digitale” “ Anche un osservatore poco attento può facilmente costatare che nel nostro tempo, grazie proprio alle più moderne tecnologie, è in atto una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle comunicazioni sociali, di cui la Chiesa va prendendo sempre più responsabile consapevolezza. Tali tecnologie, infatti, rendono possibile una comunicazione veloce e pervasiva , con una condivisione ampia di idee e di opinioni; facilitano l’acquisizione di informazioni e notizie in maniera capillare e accessibile a tutti. Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali segue da tempo questa sorprendente e veloce evoluzione dei media, facendo tesoro degli interventi del magistero della Chiesa. Vorrei qui ricordare, in particolare, due Istruzioni Pastorali : la Communio et Progressio del Papa Paolo VI e la Aetatis Novae voluta da Giovanni Paolo II. Due autorevoli documenti dei miei venerati Predecessori, che

Sacra Scrittura

In questo mondo secolarizzato la Sacra Scrittura non è solo l’anima della teologia ma pure fonte della spiritualità e del vigore della fede di tutti i credenti in Cristo “La ricorrenza del centenario (dalla nascita del Pontificio Istituto Biblico) costituisce un traguardo e al tempo stesso un punto di partenza. Arricchiti dell’esperienza del passato, proseguite il vostro cammino con rinnovato impegno, consapevoli del servizio alla Chiesa che vi è richiesto , quello cioè di avvicinare la Bibbia alla vita del Popolo di Dio, perché sappia affrontare in maniera adeguata le inedite sfide che i tempi moderni pongono alla nuova evangelizzazione. Comune auspicio è che la Sacra Scrittura diventi in questo mondo secolarizzato non solo l’anima della teologia, bensì pure la fonte della spiritualità e del vigore della fede di tutti i credenti in Cristo. Il Pontificio Istituto Biblico continui, pertanto, a crescere come centro ecclesiale di studio di alta qualità nell’ambito della

Teologia

La teologia, autentica sapienza del cuore, orienta e sostiene la fede e la vita dei credenti “Il Sinodo dei Vescovi dell’anno scorso sulla “ Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” ha richiamato l’importanza dell’approccio spirituale alle Sacre Scritture. A tale scopo, è utile far tesoro della teologia monastica, un’interrotta esegesi biblica, come pure delle opere composte dai suoi rappresentanti, preziosi commentari ascetici ai libri della Bibbia. Alla preparazione letteraria la teologia scolastica univa dunque quella spirituale. Era cioè consapevole che una lettura puramente teorica e profana non basta: per entrare nel cuore della Sacra Scrittura, la si deve leggere nello spirito in cui fu scritta. La preparazione letteraria era necessaria per conoscere l’esatto significato delle parole e facilitare la comprensione del testo, affinando la sensibilità grammaticale e filologica. Caratteristiche della teologia monastica: l’amore delle parole e il d

Ebrei

Qual è il senso esatto “non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”? “Non c’è, nel modo assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”. Benedetto XVI nel discorso tenuto nella sinagoga di Colonia disse: “ Incoraggio un dialogo sincero e fiducioso tra ebrei e cristiani: solo così sarà possibile giungere ad un’interpretazione condivisa di questioni storiche ancora discusse e, soprattutto, fare passi avanti nella valutazione, dal punto di vista teologico, del rapporto tra ebraismo e cristianesimo” . Benedetto XVI sottolineava che tale dialogo, ovviamente, non deve passare sotto silenzio le differenze esistenti e neppure minimizzarle, soprattutto quella espressa al n. 5 della Redem

Bernardo

Si può cercare meglio e trovare più facilmente Dio con la preghiera che con la discussione “Vorrei soffermarmi solo su due aspetti della ricca dottrina di Bernardo : essi riguardano Gesù Cristo e Maria santissima, sua Madre. La sua sollecitudine per l’intima e vitale partecipazione del cristiano all’amore di Dio in Gesù Cristo non porta orientamenti nuovi nello statuto scientifico della teologia. Ma , in maniera più che mai decisa, l’Abate di Clairvaux configura il teologo al contemplativo e al mistico. Solo Gesù – insiste Bernardo dinnanzi ai complessi ragionamenti dialettici del suo tempo – solo Gesù è “miele alla bocca, cantico all’orecchio, giubilo nel cuore”. Viene proprio da qui il titolo, a lui attribuito dalla tradizione, di Doctor mellifluus : la sua lode di Gesù Cristo, infatti, “scorre come il miele”. Nelle estenuanti battaglie tra nominalisti e realisti – due correnti filosofiche dell’epoca – l’Abate di Chiaravalle non si stanca di ripetere che uno solo è

Europa

L’ispirazione decisamente cristiana dei Padri fondatori dell’Unione Europe “Lei, signor Ambasciatore ( Il Signor Yves Gazzo , Capo della Delegazione della Commissione delle Comunità Europee presso la Santa Sede), ha appena definito l’Unione Europea come “un’area di pace e di stabilità che riunisce ventisette Stati con gli stessi valori fondamentali”. E’ una felice definizione. E’ tuttavia giusto osservare che l’Unione Europea non si è dotata di questi valori, ma che sono stati piuttosto questi valori condivisi a farla nascere e a essere la forza di gravità che ha attirato verso il nucleo dei Paesi fondatori le diverse nazioni che hanno successivamente aderito ad essa, nel corso del tempo. Questi valori sono il frutto di una lunga e tortuosa storia nella quale, nessuno lo può negare, il cristianesimo ha svolto un ruolo di primo piano. La pari dignità di tutti gli esseri umani, la libertà d’atto di fede alla radice di tutte le altre libertà civili, la pace come elemento decisivo

Bagnasco

Il cardinale Angelo Bagnasco , presidente della Cei , interviene su alcuni problemi Il Corriere della Sera di Domenica 18 ottobre riporta un’intervista del Presidente della Cei Angelo Bagnasco su alcune questioni dibattute. Il caso Boffo , direttore di Avvenire, e la presunta mancanza di sintonia tra Cei e Segreteria di Stato “ Personalmente non vedo in atto degni scontri nella Chiesa, tanto meno tra la Cei e la Santa Sede. So piuttosto che c’è una sorta di divisione dei compiti che corrisponde alla diversa fisionomia delle due realtà che assolvono a compiti asimmetrici, essendo noi solo una espressione locale a differenza dell’altra che ha invece una vocazione universale. La Cei , come del resto ogni Conferenza episcopale del mondo, ha come compito, secondo le indicazioni esplicite della lettera apostolica Apostolos suos , al numero 15, ‘ la promozione e la tutela della fede e dei costumi, la traduzione dei libri liturgici, la promozione e la formazione delle vocaz

Cibo

L’accesso al cibo, più che un bisogno elementare, è un diritto fondamentale delle persone e dei popoli “La crisi attuale, che attraversa senza distinzione l’insieme dei settori dell’economia, colpisce particolarmente in maniera grave il mondo agricolo, dove la situazione diventa drammatica. Questa crisi chiede ai Governi e alle diverse componenti della Comunità internazionale ad operare scelte determinanti ed efficaci. Garantire a persone e popoli la possibilità di sconfiggere il flagello della fame significa assicurare loro un accesso concreto a un’adeguata e sana alimentazione. Si tratta in effetti, di una concreta manifestazione del diritto alla vita, che, pur solennemente proclamato, resta troppo spesso lontano da una piena attuazione. Il tema scelto quest’anno dalla FAO per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione è “Raggiungere la sicurezza alimentare in temi di crisi”. Esso invita a considerare il lavoro agricolo come elemento fondamentale della sicurezza alimentare e, qui

Sacramenti aperti

Per i sacramenti molto aperti con le persone ai margini della Chiesa del nostro tempo “ Quando ero più giovane ero piuttosto severo. Dicevo: i sacramenti sono i sacramenti della fede, e quindi dove la fede non c’è, dove non c’è prassi di fede, anche il sacramento non può essere conferito. E poi ho sempre discusso quando ero arcivescovo di Monaco con i miei parroci: anche qui vi erano due fazioni, una severa e una larga. E anch’io nel corso del tempo ho capito che dobbiamo seguire piuttosto l’esempio del Signore, che era molto aperto anche con le persone ai margini dell’Israele di quel tempo, era un Signore della misericordia, troppo aperto – secondo molte autorità ufficiali – con i peccatori, accogliendoli o lasciandosi accogliere da loro nelle loro cene, attraendoli a sé nella sua comunione. Quindi io direi sostanzialmente che i sacramenti sono naturalmente sacramenti della fede: dove non ci fosse nessun elemento di fede, dove la prima comunione fosse soltanto una festa con un

Lo Spirito Santo

Solo nella forza dello Spirito Santo possiamo trovare quanto è retto e poi attuarlo “Abbiamo dato inizio ora al nostro incontro sinodale (il Sinodo dei vescovi per l’Africa) invocando lo Spirito Santo e sapendo bene che noi non possiamo in questo momento realizzare quanto c’è da fare per la Chiesa e per il mondo: solo nella forza dello Spirito Santo possiamo trovare quanto è retto e poi attuarlo… Noi preghiamo che la Pentecoste non sia solo un avvenimento del passato, il primo inizio della Chiesa, ma sia oggi, anzi adesso…Preghiamo che il Signore adesso realizzi l’effusione del suo Spirito e ricrei di nuovo la sua Chiesa e il mondo. Ci ricordiamo che gli apostoli dopo l’Ascensione non hanno iniziato – come forse sarebbe stato normale – a organizzare, a creare la Chiesa futura. Hanno aspettato l’azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo. Hanno compreso che la Chiesa non si può fare, che non è il prodotto della nostra organizzazione: la Chiesa deve nascere dallo Spirito Santo.

Delicatezza

Sublime esempio della delicatezza a cui conduce la carità cristiana “Con vivo senso ecclesiale, Pietro il Venerabile affermava che le vicende del popolo cristiano devono essere sentite nell’”intimo del cuore” da quanti si annoverano “tra i membri del corpo di Cristo”. E aggiungeva: “Non è alimentato dallo spirito di Cristo chi non sente le ferite del corpo di Cristo”, ovunque esse si producano. Mostrava inoltre cura e sollecitudine anche per chi era al di fuori della Chiesa, in particolare per gli ebrei e i musulmani: per favorire la conoscenza di questi ultimi provvide a far tradurre il Corano. Osserva al riguardo uno storico recente: “In mezzo all’intransigenza degli uomini del Medioevo – anche dei più grandi tra di essi -, noi ammiriamo qui un esempio sublime della delicatezza a cui conduce la carità cristiana” ( J. Leclercq, Pietro il Venerabile, Jaca Book, 1991, p. 189). Altri aspetti della vita cristiana a lui cari erano l’amore per l’Eucaristia e la devozione verso la Vergine

Riforma

Ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa “La luminosa figura di san Giovanni Leonardi invita i sacerdoti in primo luogo, e tutti i cristiani, a tendere costantemente alla “misura alta della vita cristiana” che è la santità, ciascuno naturalmente secondo il proprio stato. Soltanto infatti dalla fedeltà a Cristo può scaturire l’autentico rinnovamento ecclesiale. In quegli anni, nel passaggio culturale e sociale tra il secolo XVI e il secolo XVIII, cominciarono a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea, caratterizzata da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo che sceglie di vivere “come se Dio non ci fosse”. E’ la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo. Giovanni Leonardi intuì quale fosse la medicina per questi mali spirituali e

Africa

L’Africa rappresenta un immenso “polmone” spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza “Con la sua opera di evangelizzazione e promozione umana, la Chiesa può certamente dare in Africa un grande contributo a tutta la società, che purtroppo conosce in vari Paesi povertà, ingiustizie, violenze e guerre. La vocazione della Chiesa, comunità di persone riconciliate con Dio e tra di loro, è quella di essere profezia e fermento di riconciliazione tra i vari gruppi etnici, linguistici ed anche religiosi, all’interno delle singole nazioni e in tutto il continente. La riconciliazione, dono di Dio che gli uomini devono implorare ed accogliere, è fondamento stabile su cui costruire la pace, condizione indispensabile per l’autentico progresso degli uomini e della società, secondo il progetto di giustizia voluto da Dio. Aperta alla grazia redentrice del Signore risorto, l’Africa sarà così illuminata sempre più dalla sua luce e, lasciandosi guidare dallo Spirito