Minoranza creativa

La Chiesa, minoranza creativa, unica via verso il futuro

L’amore risplenda in ogni vostra parrocchia e comunità, nelle varie associazioni e movimenti (che sono concretamente la via ecclesiale, umana, sacramentale all’incontro con Cristo). La vostra Chiesa, secondo l’immagine di san Paolo, sia un corpo ben strutturato che ha Cristo come Capo, e nel quale ogni membro agisce in armonia con il tutto. Alimentate l’amore di Cristo con la preghiera e l’ascolto della sua parola; nutritevi di Lui nell’Eucaristia, e siate, con la sua grazia, artefici di unità e di pace in ogni ambiente.

Le vostre comunità cristiane, dopo il lungo inverno della dittatura comunista, 20 anni fa hanno ripreso ad esprimersi liberamente quando il vostro popolo, con gli eventi avviati dalla manifestazione studentesca del 17 novembre 1989, ha riacquistato la propria libertà. Voi avvertite però che anche oggi non è facile vivere e testimoniare il Vangelo. La società reca ancora le ferite causate dall’ideologia atea ed è spesso affascinata dalla moderna mentalità del consumismo edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale. In questo contesto si rende urgente un rinnovato impegno da parte di tutte le componenti ecclesiali per rafforzare i valori spirituali e morali, nella vita della società odierna. So che le vostre comunità sono impegnate su molti fronti, in particolare nell’ambito caritativo con le Caritas. La vostra attività pastorale abbracci con particolare zelo il campo dell’educazione delle nuove generazioni. Le scuole cattoliche promuovano il rispetto dell’uomo, (di ogni uomo); si dedichi attenzione alla pastorale giovanile anche fuori dell’ambito scolastico, senza trascurare le altre categorie di fedeli. Cristo è per tutti! Auspico di cuore una sempre crescente intesa con le istituzioni sia pubbliche che private. La Chiesa – è sempre utile ripeterlo – non domanda privilegi, ma solo di poter operare liberamente al servizio di tutti con spirito evangelico” (Benedetto XVI, Omelia ai Vesperi, 26 settembre 2009).

Benedetto XVI, chiedendo alla Chiesa ceca minoritaria un balzo in avanti, un rinnovato impegno nella missione, ha detto che non basta continuare ad attribuire ogni colpa della situazione attuale ai guasti dell’ateismo di Stato finito con la caduta del Muro di Berlino e da quella “rivoluzione di velluto” che portò il dissidente Vaclav Havel alla presidenza con l’euforia per la ritrovata libertà. Oggi, però, è la domanda che Benedetto XVI fa risuonare nella Sala Spagnola del palazzo presidenziale, di fronte alle autorità civili – bisogna chiedersi “per quale scopo si vive in libertà” e quali sono “i tratti distintivi di questa libertà”.

Il Papa aveva in qualche modo anticipato e sintetizzato tutti i temi del viaggio dialogando con i giornalisti sul volo che lo portava a Praga. “La libertà – ha detto – non è arbitrarietà, libertinismo, ma è connessa e condizionata dai grandi valori della verità, dell’amore e della solidarietà, e del bene generale”. Spetta alla Chiesa mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana così documentata anche nella Repubblica Ceca da tanto patrimonio, da tante radici e a percepire così di nuovo Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro. E alla Chiesa divenuta così minoritaria e apparentemente ininfluente, guardata oggi con poca simpatia diversamente dai tempi della dittatura comunista, Benedetto XVI lancia un messaggio inequivocabile: “Normalmente le minoranze creative determinano il futuro e Dio nella storia della salvezza giunge alle moltitudini attraverso i pochi. In questo senso – aggiunge nell’intervista ad alta quota – direi che la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa e ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva e attuale e devono essere attualizzati e resi presenti nel dibattito pubblico”. E’ dissolvente il tentativo di una ragione a –storica che tenta di autocostruirsi in modo a - storico pensando di poter impunemente gettare nel cestino della storia delle idee la sapienza della grande tradizione cristiana.

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