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Visualizzazione dei post da settembre, 2009

Il Papa a Praga

Intervista con Benedetto XVI durante il viaggio da Roma a Praga La Repubblica Ceca si trova non solo geograficamente, ma anche storicamente nel cuore dell’Europa E quindi la visita pastorale del Papa è significativa per il continente nel suo insieme, nel suo attuale cammino culturale, spirituale ed eventualmente anche politico, per la costruzione dell’Unione Europea. In tutti i secoli il territorio della Repubblica Ceca è stato luogo di incontro di culture, soprattutto a cominciare dal secolo IX: da una parte, in Moravia, abbiamo la grande missione dei fratelli Cirillo e Metodio, che da Bisanzio portano cultura la cultura bizantina, ma creano una cultura slava, con i caratteri cirillici e con una liturgia in lingua slava; dall’altra parte, in Boemia, sono le diocesi confinanti di Regensburg e Passau che portano il Vangelo in lingua latina, e nella connessione con la cultura romano latina, si incontrano così le due culture di cui sant’Adalberto, dal 983 Vescovo di Praga, Silvestro

Credenti credibili

C’è oggi bisogno di persone che siano “credenti” e “credibili” “San Venceslao, emblema storico della nobile Nazione ceca, questo grande Santo, che voi amate chiamare “eterno” Principe dei Cechi, ci invita a seguire sempre e fedelmente Cristo, ci invita ad essere santi. Egli stesso è modello di santità per tutti, specialmente per quanti guidano le sorti delle comunità e dei popoli. Ma ci chiediamo: ai nostri giorni la santità è ancora attuale? O non è piuttosto un tema poco attraente ed importante? Non si cercano oggi più il successo e la gloria degli uomini? Quanto dura, però, e quanto vale il successo terreno? Il secolo passato – e questa vostra Terra ne è stata testimone – ha visto cadere non pochi potenti, che parevano giunti ad altezze quasi irraggiungibili. All’improvviso si sono ritrovati privi del loro potere. Chi ha negato e continua a negare Dio (cioè la ricerca del vero e del bene) e, di conseguenza, non rispetta l’uomo, sembra avere via facile e conseguire un successo

Ragione ed etica

Il Papa, nel suo ruolo di Pastore, è riconosciuto come voce autorevole per la riflessione etica dell’ umanità “ Se è vero che alcuni ritengono che le domande sollevate dalla religione, dalla fede e dall’etica non abbiamo posto nell’ambito della ragione pubblica, tale visione non è per nulla evidente. La liberà che è alla base dell’esercizio della ragione – in una università come nella Chiesa – ha uno scopo preciso: essa è diretta alla ricerca della verità ( cioè del vero, del bene, di Dio), e come tale esprime una dimensione propria del Cristianesimo, che non per nulla ha portato alla nascita dell’università. In verità , la sete di conoscenza dell’uomo spinge ogni generazione ad ampliare il concetto di ragione e ad abbeverarsi alle fonti della fede. E’ stata proprio la ricca eredità della sapienza classica, assimilata e posta al servizio del Vangelo, che i primi missionari cristiani hanno portato in queste terre e stabilita come fondamento di un’unità spirituale e culturale che

La Speranza

In ascolto della Parola che sola può darci speranza, perché è Parola di Dio “Il Profeta Isaia (61,1 – 30) si presenta investito della missione di annunciare a tutti gli afflitti e i poveri la liberazione, la consolazione, la gioia. Questo testo Gesù l’ha ripreso e l’ha fatto proprio nella sua predicazione. Anzi, ha detto esplicitamente che la promessa del profeta si è compiuta in Lui (Lc 4,16-21). Si è completamente realizzata quando, morendo in croce e risorgendo da morte, ci ha liberati dalla schiavitù dell’egoismo e del male ( il Male indica la persona di Satana, che si oppone a Dio e che è il seduttore di tutta la terra (Ap 12,) ( Compendio 597), del peccato e della morte. E questo è l’annuncio di salvezza, antico e sempre nuovo, che la Chiesa proclama di generazione in generazione: Cristo crocifisso e risorto, Speranza dell’umanità! Questa parola di salvezza risuona con forza anche oggi, (ogni volta che conveniamo) nell’Assemblea liturgica. Gesù si rivolge con amore a voi,

Minoranza creativa

La Chiesa, minoranza creativa, unica via verso il futuro L’amore risplenda in ogni vostra parrocchia e comunità, nelle varie associazioni e movimenti (che sono concretamente la via ecclesiale, umana, sacramentale all’incontro con Cristo). La vostra Chiesa, secondo l’immagine di san Paolo, sia un corpo ben strutturato che ha Cristo come Capo, e nel quale ogni membro agisce in armonia con il tutto. Alimentate l’amore di Cristo con la preghiera e l’ascolto della sua parola; nutritevi di Lui nell’Eucaristia, e siate, con la sua grazia, artefici di unità e di pace in ogni ambiente. Le vostre comunità cristiane, dopo il lungo inverno della dittatura comunista, 20 anni fa hanno ripreso ad esprimersi liberamente quando il vostro popolo, con gli eventi avviati dalla manifestazione studentesca del 17 novembre 1989, ha riacquistato la propria libertà. Voi avvertite però che anche oggi non è facile vivere e testimoniare il Vangelo. La società reca ancora le ferite causate dall’ideologia atea

Teologia

Chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza “Dio, ti prego, voglio conoscerti, voglio amarti e poterti godere. E se in questa vita non sono capace di ciò in misura piena, possa almeno ogni giorno progredire fino a quando giunga alla pienezza” ( Proslogion, cap. 14). Questa preghiera di Sant’Anselmo lascia comprendere l’anima mistica di questa grande Santo dell’epoca medioevale, fondatore della teologia scolastica , al quale la tradizione cristiana ha dato il titolo di “Dottore Magnifico” perché coltivò un intenso desiderio di approfondire i Misteri divini, nella piena consapevolezza, però, che il cammino di ricerca di Dio non è mai concluso, almeno su questa terra. La chiarezza e il rigore logico del suo pensiero hanno avuto sempre come fine di “innalzare la mente alla contemplazione di Dio” ( Ivi, Proemium). Egli afferma chiaramente che chi intende fare teologia non può contare solo sulla sua intelligenza, ma deve coltivare al tempo stesso una profonda esp

Una sola unione matrimoniale

Non esistono coniugi veri di seconda unione, ma solo di prima unione “Mentre la Chiesa paragona la vita umana con la vita della Santissima Trinità – prima unità di vita nella pluralità delle persone – e non si stanca di insegnare che la famiglia ha il proprio fondamento nel matrimonio e nel piano di Dio, la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell’incertezza più profonda a tale riguardo, soprattutto da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio. L’unico fondamento riconosciuto sembra essere il sentimento, o la soggettività individuale, che si esprime nella volontà di convivere. In questa situazione, diminuisce il numero dei matrimoni, poiché nessuno impegna la propria vita con una premessa tanto fragile e incostante, crescono le unioni di fatto e aumentano i divorzi. In questa fragilità si consuma il dramma di tanti bambini privati del sostegno dei genitori, vittime del malessere e dell’abbandono, e si diffonde il disordine sociale. La Chiesa non può r

Comunione col Papa

Gustare sempre meglio la grazia e la responsabilità tra cattolici della comunione tra loro con il Successore di Pietro I trenta Vescovi del Consiglio Permanente della Cei chiamato all’esame collegiale di scelte adeguate ai bisogni spirituali e morali del popolo di Dio si sono impegnati con il loro Presidente a non lasciarsi guidare da qualche “piccola finestra” del dettaglio, del pregiudizio o dell’incertezza, “ma dalla grande finestra che Cristo ci ha veramente aperto sull’intera verità, guardiamo il mondo e gli uomini e riconosciamo così che cosa conta veramente nella vita” (Benedetto XVI, Omelia per le Ordinazioni episcopali, 12 settembre 2009). Questa “ grande finestra” sull’eterno dona ai Vescovi e a tutti i fedeli di poter impedire qualsiasi ripiegamento, di dilatare la mente e il cuore per continuare con fiducia e stupore la missione stessa del Signore Gesù ; nel contempo conduce ad accogliere le sfide inedite della presente epoca. “Guardare insieme da questa “finestra” –

Vescovo e sacerdoti

Per il Vescovo è paterna responsabilità custodire e promuovere l’identità sacerdotale “Nell’Esortazione postsinodale Pastores gregis , il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ebbe ad osservare che il gesto del sacerdote, quando pone le proprie mani nelle mani del Vescovo nel giorno dell’ordinazione presbiterale, impegna entrambi: il sacerdote e il Vescovo. Il novello presbitero sceglie di affidarsi al Vescovo e, a parte sua, il Vescovo si impegna a custodire queste mani (n. 47). A ben vedere questa reciprocità è un compito solenne che si configura per il Vescovo come paterna responsabilità nel custodire e promuovere l’identità sacerdotale dei presbiteri affidati alle proprie cure pastorali, un’identità che vediamo oggi purtroppo messa a dura prova dalla crescente secolarizzazione. Il Vescovo dunque – prosegue la Pastores gregis – “cercherà sempre di agire coi suoi sacerdoti come padre e fratello che li ama, li accoglie, li corregge, li conforta, ne rice