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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

La Chiesa e lo Spirito Santo

La Chiesa è una comunione, una comunione di persone che, per l’azione dello Spirito Santo, formano il Popolo di Dio, che è al tempo stesso il Corpo di Cristo “Il Concilio Vaticano II, volendo trasmettere pura e integra la dottrina della Chiesa maturata nel corso di duemila anni, ha dato di essa “una più meditata definizione”, illustrandone anzitutto la natura misterica , cioè di “realtà imbevuta di divina presenza, e perciò sempre capace di nuove e più profonde considerazioni” ( Paolo VI, Discorso di apertura della seconda sessione, 29 settembre 1963). Orbene, la Chiesa, che ha origine nel Dio trinitario, è un mistero di comunione. In quanto comunione, la Chiesa non è una realtà soltanto spirituale, ma vive nella storia, per così dire, in carne e ossa. Il Concilio Vaticano II la descrive “come un sacramento, o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1). E l’essenza del sacramento è proprio che si tocca nel visibile l’invisibil

San Benedetto

La spiritualità benedettina nel motto: ora et labora et lege , la preghiera, il lavoro, la cultura “E’ il mistero dell’Ascensione, che oggi solennemente celebriamo . Ma cosa intendono comunicarci la Bibbia e la liturgia dicendo che Gesù “fu elevato in alto”? Si comprende il senso di questa espressione non a partire da un unico testo, neppure da un unico libro del Nuovo Testamento, ma dall’attento ascolto di tutta la Scrittura. L’uso del verbo ‘ elevare’ è in effetti di origine vetero testamentaria, ed è riferito all’insediamento nella regalità. L’Ascensione di Cristo significa dunque, in primo luogo, l’insediamento del Figlio dell’uomo crocifisso e risorto nella regalità di Dio sul mondo. C’è però un senso più profondo non percepibile immediatamente. Nella pagina degli Atti degli Apostoli si dice dapprima che Gesù fu “elevato in alto” (v. 9), e dopo si aggiunge che ‘è stato assunto’ (v .11 ). L’evento è descritto non come un viaggio verso l’alto, bensì come un’azio

Betlemme

B etlemme dove nella pienezza dei tempi Dio ha scelto i divenire uomo e la via umana per incontrarlo “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia…oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore” (Lc 2,10 – 11). Il messaggio della venuta di Cristo, recato dal cielo mediante la voce degli angeli, continua ad echeggiare in questa città, come echeggia nelle famiglie, nelle case e nelle comunità del mondo intero.   E’ una “grande gioia”, hanno detto gli angeli, “che sarà di tutto il popolo” (Lc 2,10). Questo messaggio di gioia proclama che il Messia, Figlio di Dio e figlio di Davide, è nato “per voi”: per te e per me, e per tutti gli uomini e donne di ogni tempo e di ogni luogo. Nel piano di Dio, Betlemme, “così piccola per essere fra i villaggi di Giudea” (Mic 5,1) è divenuta un luogo di gloria immortale: il posto dove, nella pienezza dei tempi, Dio ha scelto di divenire uomo, per concludere il lungo regno del peccato e della morte e per portare vita nuova ed abbondante ad un

Unità e uniformità

L’unità nella comune ricerca della verità non dipende dall’uniformità di fedi  “Cari amici, noi vediamo la possibilità di una unità che non dipende dall’uniformità. Mentre le differenze che analizziamo nel dialogo interreligioso possono a volte apparire come barriere, tuttavia esse non esigono di oscurare il senso comune di rigore reverenziale e di rispetto per l’universale, per l’assoluto e per la verità che spinge le persone religiose innanzitutto a stabilire rapporti l’una con l’altra. E’ invece la partecipata convinzione che queste realtà trascendenti hanno la loro fonte nell’Onnipotente   e ne portano tracce – quell’Onnipotente che i credenti innalzano l’uno di fronte all’altro, alle nostre organizzazioni, alla nostra società e al nostro mondo. In questo modo, non solo noi possiamo arricchire la cultura ma anche plasmarla: vite di religiosa fedeltà echeggiano l’irrompente presenza di Dio e formano così una cultura non definita dai limiti del tempo e del luogo ma fondamentalmente

Fede e ragione

La religione viene sfigurata quando viene costretta a servire l’ignoranza e il pregiudizio, il disprezzo, la violenza e l’abuso  “L’iniziativa ( di promuovere l’educazione universitaria in Giordania ed altrove) risponde alla richiesta di molte famiglie che, soddisfatte per la formazione religiosa ricevuta nelle scuole rette da autorità religiose, chiedono di poter avere un’analoga opzione a livello universitario. Plaudo ai promotori di questa nuova istituzione per la loro fiducia nella buona educazione quale primo passo per lo sviluppo personale e per la pace e il progresso nella regione.   In questo quadro l’università di Madaba saprà sicuramente tenere presenti tre importanti obiettivi. -           Nello sviluppare i talenti e le nobili predisposizioni delle successive generazioni di studenti, li preparerà a servire la comunità più ampia ed elevarne gli standard di vita. -           Trasmettendo conoscenza ed istillando negli studenti l’amore per la verità, promuoverà grandem

Mosè

Guardare con fede e speranza al futuro che Dio ha in serbo per noi e per il mondo intero “E’ giusto che il mio pellegrinaggio abbia inizio su questa montagna, dove Mosè contemplò da lontano la Terra Promessa. Il magnifico scenario che ci si apre dinanzi dalla spianata di questo santuario ci invita a considerare come quella visione profetica abbracciava misteriosamente il grande piano della salvezza che Dio aveva preparato per il suo Popolo. Nella Valle del Giordano, infatti, che si snoda sotto di noi, nella pienezza dei tempi Giovanni Battista sarebbe venuto a preparare la via del Signore. Nelle acque del Giordano Gesù, dopo il battesimo ad opera di Giovanni, sarebbe stato rivelato come Figlio diletto del Padre e, dopo essere stato unto di Spirito Santo, avrebbe inaugurato il proprio ministero pubblico. Fu ancora dal Giordano che il Vangelo si sarebbe diffuso, dapprima mediante la predicazione stessa e i miracoli di Cristo, e poi, dopo la risurrezione e l’effusione dello Spirito a

Giovanni Damasceno

Venerazione delle immagini sacre, collegando queste al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria  Giovanni Damasceno è un personaggio di prima grandezza nella storia della teologia bizantina, un grande dottore della Chiesa universale. Egli è soprattutto un testimone oculare del trapasso della cultura cristiana greca e siriana, condivisa dalla parte orientale dell’impero bizantino, alla cultura dell’Islàm, che si fa spazio con le sue conquiste militari nel territorio riconosciuto abitualmente come Medio e Vicino Oriente… Di lui si ricordano in Oriente i tre Discorsi contro coloro che calunniano le sante immagini,   che furono condannati, dopo la sua morte, dal Concilio iconoclasta di Hieria (754). Questi discorsi, però, furono anche il motivo fondamentale della sua riabilitazione e canonizzazione da parte dei Padri ortodossi convocati nel II Consilio di Nicea (787), settimo ecumenico. In questi testi è possibile rintracciare i primi importanti tentativi